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Chi protesta contro la "fase due" di Monti
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Nuovo Topic   Rispondi    Indice del forum -> Economia e finanza
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i_man

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MessaggioInviato: 16 Gen 2012 21:45:33    Oggetto:  Chi protesta contro la "fase due" di Monti
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Sono previsti scioperi a raffica di benzinai, treni, taxi, farmacisti contro le liberalizzazioni volute dal Governo Monti. Un pò meno caste, un pò meno privilegi... ora è chiesto anche un contributo a coloro che non erano mai stati toccati dai precedenti governi, timorosi di veti incrociati e commistioni varie.

Dopo aver pascolato nelle tasche dei poveri lavoratori (perchè oramai la maggior parte di noi è entrata far parte della categoria dei poveri!) toglendoci denari e facendoci lavorare di più, è ora giusto che arrivi il contributo delle altre categorie professionali.

Non giustifico affatto il loro sciopero, benchè ne abbiano il diritto.

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MessaggioInviato: 16 Gen 2012 21:45:33    Oggetto: Adv






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Api70

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MessaggioInviato: 17 Gen 2012 09:19:25    Oggetto:  
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Giusti o no gli scioperi di cui stai parlando, intanto la Sicilia è completamente bloccata dalla sciopero dei camionisti, dei pescatori e di altre categorie contro il rincaro dei carburanti che li ha messi praticamente in ginocchio.
Sciopero che mi sembra abbastanza legittimo in questo caso, ma che i mass media hanno completamente ignorato, troppo presi forse dalla tragedia del Giglio.
Ora, per carità, non nego che i primi due giorni fosse doverosa una cronaca dettagliata della faccenda, e che sia giusto che ci mantengano continuamente aggiornati se ci fossero altre novità,...ma temo che come al solito adesso per settimane e settimane non si farà che parlare di questo...riempiendo i telegiornali di video improvvisati di chi in simili frangenti ha avuto la "necessità" di riprendere con video e telefonini... testimonianze "esagerate" di gente che dopo aver scampato un palese pericolo, ora vuole i suoi 5 minuti di popolarità...storie strappalacrime di chi poerello non ce l'ha fatta e suo malgrado avrà anche lui la sua notorietà....per non parlare dei vari esperti della situazione...da ammiragli a mozzi...chiamati ad esporre la loro teoria "certa" sulla dinamica della faccenda...e così via dicendo!...
Ed è anche abbastanza normale che in mezzo a sì tanta sapienza e commozione... dei camionisti o pescatori siciliani e del loro sciopero...all'Italia dei media...non gliene può fregare un piffero!!!..... Sad

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i_man

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MessaggioInviato: 17 Gen 2012 11:36:36    Oggetto:  
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API hai anche ragione, ma in ginocchio siamo stati messi prima noi con le 3 manovre fiscali in 4 mesi!!!
E se è vero che ci debba essere equità (quindi stessa pena), allora lo sia per tutti... e non che a pagare siano sempre gli stessi. Pensiamo solo a quei poveracci di pensionati a 500€/mese... sicuramente se la vedono ben più brutta di camionisti e pescatori, credimi!

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i_man

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MessaggioInviato: 20 Gen 2012 16:17:09    Oggetto:  
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Tra quelli che protestano contro l'iniziativa di Monti ci sono anche coloro che non vogliono vendere i beni "pubblici" perchè hanno i loro indubbi vantaggi di posizione, monopolio, personali e politici.
Monti dovrebbe avere il coraggio di rompere questa spirale e portarci finalmente ad un mercato veramente aperto e competitivo, con regole uguali per tutti.

In realtà la questione della vendita di aziende dello Stato suona un pò datata. Un anno fa, due anni fa, tre anni fa, si sentiva ripetere la stessa cosa. Non è mai il momento giusto di far staccare la presa al Leviatano per chi in realtà non vuole privatizzare. Quand´anche fosse vero che le Borse attraversano un momento difficile, nessuno può dirci se non peggioreranno ed inoltre, se non abbattiamo lo stock di debito pubblico grazie alle dismissioni, pagheremo interessi sul debito che in questo periodo sono molto alti e faranno peggiorare i bilanci pubblici.
L´Italia ha bisogno di diminuire il debito pubblico, non solo di contenere il deficit annuale: la restituzione al settore privato di imprese e società oggi in mano allo Stato è la via più veloce ed apprezzata dai mercati, certamente molto di più dell´imposta patrimoniale vagheggiata da molti.

Tre recenti esempi possono illustrare il rischio dell´attesa. Alitalia, a furia di aspettare è stata venduta più piccina di come era, dopo essere costata 4 miliardi al contribuente e a costo di una sospensione delle regole antitrust sulla tratta Linate-Fiumicino. Fincantieri doveva consentire l´ingresso di investitori privati ormai 10 anni fa, quando i suoi conti erano buoni e il business delle navi da crociera tirava. A causa della feroce resistenza dei sindacati (e della pavidità dei politici) non si è fatto niente e ora la società è in rosso, tiene aperti stabilimenti improduttivi e dovrà pure licenziare migliaia di persone. Tirrenia è diventata così decotta e dipendente dai sussidi pubblici che il suo tentativo di privatizzazione è diventato una farsa.

Bene, detto ciò, cosa si può vendere? La lista è lunga: Fincantieri, Tirrenia, Rai, Finmeccanica, Enav, Anas, Poste, Trenitalia, Enel, Eni, le partecipazioni Fintecna, il Poligrafico dello Stato, Sogei, STM, Sace, Sogin, Invitalia, Snam Rete Gas, Terna e, naturalmente, Cinecittà, Cassa Depositi e Prestiti.
Anche a voler dar peso alle preoccupazioni di chi non vuole "svendere", vi sono grandi società non quotate e che operano in settori già liberalizzati o dove è presente la concorrenza privata e che quindi possono essere restituite al mercato senza problemi: Fincantieri, il Poligrafico, la Rai (con tutti i benefici addizionali che ciò comporterebbe dal punto di vista della libertà di espressione e concorrenza tra media), Cinecittà, Invitalia, Sogei, Sace, Sogin, Poste (con la prelibatissima controllata Banco Posta), Grandi Stazioni e Trenitalia, Cassa Depositi e Prestiti, solo per citare le più rilevanti. In questo caso la valutazione verrebbe condotta mediante una procedura d´asta organizzata attraverso banche d´affari coinvolgendo operatori ed investitori privati. E i compratori ci sono: è di questa settimana l´intervista del CEO del fondo sudcoreano Korea Investment che ha 43 miliardi a disposizione per far shopping e, come lui, molti altri.
A queste imprese appena citate si aggiungono quelle partecipate da enti locali, come aeroporti, trasporti, utilities, autostrade, mercati e innumerevoli altre società che vanno dalla ristorazione all´informatica, raggiungendo l´imbarazzante cifra di circa 12.000. Il valore prudenziale di ciò che è privatizzabile senza soverchie difficoltà tra quanto sopra elencato si aggira sui 200 miliardi.

Per gli immobili, il cui valore è prudentemente stimato in 430 miliardi (senza contare che ci sono anche i terreni), sarebbe necessario conferirli immediatamente in fondi chiusi gestiti da banche o istituti finanziari di reputazione internazionale che abbiano la missione di valorizzarli e venderli ricavandoci come compenso una commissione: è il modo migliore per incentivare ad alienare presto e al massimo prezzo possibile.

Io continuo a ritenere che la quotazione in Borsa rimanga il sistema più trasparente, ma se proprio non si vuole affrontare il mercato finanziario non mancano le alternative.

E allora cosa si aspetta? La storia insegna: attendere è come morire! Rolling Eyes

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MessaggioInviato: 16 Apr 2012 22:43:10    Oggetto:  
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LIBERIZZAZIONI, parola magica per rilanciare l'Italia.

Leggete questa:

Citazione:

L’Università Bocconi ha studiato i trend di prezzo degli ultimi anni delle tasse aeroportuali degli scali italiani. E indovinate cosa ha scoperto? Ha scoperto che dal 2000 al 2004 le tasse aeroportuali in Italia sono cresciute in media del 74%. Settantaquattro-per-cento! In quattro anni!



Shocked Evil or Very Mad ...e si continua così!!!

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Ashara

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MessaggioInviato: 17 Apr 2012 00:14:14    Oggetto:  
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Temo che considerare l'Italia un paese democratico sia pura utopia: noi siamo prigionieri consenzienti delle associazioni mafiose che si mascherano molto bene sotto altri nomi e che vengono, direi opportunamente, difese da questo o quel partito o da questo o quel sindacato. Se qualcuno ha un'idea per uscire dalle sabbie mobili in cui siamo....io mi associo subito!
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