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Firenze, festini a luci rosse in hotel: telefonate all'escort da un'utenza comunale
Tra le intercettazioni raccolte dagli inquirenti spuntano diverse chiamate partite dal Comune.
Emergono nuovi dettagli dalle indagini sugli incontri a luci rosse organizzati in due hotel con escort provenienti dall’Est, forse anche minorenni. Secondo quanto riporta il quotidiano La Nazione, tra le intercettazioni telefoniche di una delle prostitute coinvolte nel caso ci sarebbero diverse chiamate partite da un’utenza intestata al Comune di Firenze. I colloqui sono stati registrati dalla polizia postale.
Al centro dell’inchiesta “Bella vita”, condotta dal pm Giuseppe Bianco, sono finiti i proprietari degli alberghi fiorentini Villa Fiesole e Hotel Mediterraneo: stando alla ricostruzione degli inquirenti, i due avrebbero ospitato l’attività delle prostitute, oltre ad organizzare in prima persona appuntamenti speciali per amici e clienti facoltosi.
I due gestori sono stati interdetti dall'attività mentre altre quattordici persone figurano nel registro degli indagati: sotto la lente della Procura sono finiti anche nomi noti della "Firenze bene", tra cui un gioielliere, un ristoratore del centro, un osservatore sportivo e il titolare di due palestre.
I primi contatti con le escort - straniere e non - avvenivano attraverso un sito web, una sorta di vetrina dietro cui, spiega la polizia postale, si nasconderebbe un’associazione a delinquere dedita al traffico internazionale di prostitute, in gran parte originarie dei paesi dell’Est Europa.
Tra le ragazze non ci sarebbero solo "professioniste", ma anche donne comuni, come casalinghe e studentesse attratte dal fascino del denaro facile o di avventure fuori dalla solita routine.
Una volta stabilita la disponibilità dell’escort prescelta e ricevuta via sms la conferma dell’appuntamento, i clienti potevano accedere liberamente alle stanze degli hotel, con la complicità dei titolari. La procura accusa inoltre la somministrazione "a ignari clienti" di "gocce di sonnifero diluite nel vino" al fine di "impedire loro di consumare o comunque proseguire il rapporto sessuale''.
Secondo il disegno della Procura, sarebbe una escort rumena la figura cardine della vicenda: una ragazza bella e desiderata, “inserita nel mondo che conta”, per usare le parole di due indagati catturate dalle intercettazioni. Per una serata riusciva a ottenere fino a mille euro, era richiestissima da clienti, che non temevano di esibirla come un trofeo, facendosi avvistare in sua compagnia fuori da popolari discoteche, andandosene poi insieme in limousine. Pur di farla rientrare dalla Romania, dov’era bloccata a corto di denaro, gli indagati arrivarono a organizzare una colletta.
Il coinvolgimento di ragazze minorenni non ha finora trovato riscontri, ma l’ipotesi sarà oggetto di ulteriori accertamenti.
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