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La favola della speranza
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i_man

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MessaggioInviato: 23 Dic 2011 15:53:57    Oggetto:  La favola della speranza
Descrizione: (la piccola fiammiferaia)
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Era l’ultimo giorno dell’anno: faceva molto freddo e cominciava a nevicare. Una povera bambina camminava per la strada con la testa e i piedi nudi. Quando era uscita di casa, aveva ai piedi le pantofole che, però, non aveva potuto tenere per molto tempo, essendo troppo grandi per lei e già troppo usate dalla madre negli anni precedenti. Le pantofole erano così sformate che la bambina le aveva perse attraversando di corsa una strada: una era caduta in un canaletto di scolo dell’acqua, l’altra era stata portata via da un monello. La bambina camminava con i piedi lividi dal freddo. Teneva nel suo vecchio grembiule un gran numero di fiammiferi che non era riuscita a vendere a nessuno perché le strade erano deserte. Per la piccola venditrice era stata una brutta giornata e le sue tasche erano vuote…

Si, la Finanza e questa immensa crisi Antropologica, hanno sequestrato le nostre vite, il futuro dei nostri figli, in questo lungo inverno, che preannuncia il freddo che verrà, che già ci accompagna. Camminano oggi con la testa e i piedi nudi, senza più pantofole, troppo usate, abusate negli ultimi decenni, sformate, così sformate da una serie di eccessi, al punto tale da ritrovarsi all’improvviso seduta all’angolo della strada, tra le banche centrali, coperta dalla neve che cade candida e lieve, l’infanzia negata, il culto del breve termine, la fretta di ottenere tutto e subito, quello che la Vita regala nell’arco di un’esistenza.

Teneva nel suo vecchio grembiule, un gran numero di illusioni che era riuscita a vendere, perché le strade erano piene di sogni e di speranze, speranze spesso negate, derise, speranze e sogni di pochi, la disperazione e il pianto di molti.
Per la piccola Finanza era stata una brutta giornata, un periodo da dimenticare e le sue tasche ora erano vuote, aveva molta fame, sete di liquidità e il freddo della mancanza di fiducia la assaliva. Dalle finestre delle case in festa, risplendeva la luce della leva infinita, si udivano le risate dell’azzardo morale , insieme al profumo inebriante dei profitti stellari…lei non pensava ad altro.
Non osava ritornarsene a casa senza un centesimo, senza una trimestrale degna dei bei tempi, passati a creare ricchezza dal nulla, una ricchezza di carta, favorita dalle asimmetrie informative, dalle frodi e dalle manipolazioni, perché il padre le avrebbe tolto il bonus, le stock option, ogni premio degno del paese delle meraviglie! Per riscaldare l’intrinseca insolvenza, il credito congelato, la mancanza di fiducia, per allontanare lo spettro del fallimento, prese un fiammifero dalla scatola che le banche centrali le avevano lasciato. All’improvviso una fiamma calda e brillante si sprigionò, un istante, un lungo ed interminabile istante, una nuova piccola illusione.
Una luce bizzarra, l’ennesima illusione, alla bambina sembrò di vedere la politica monetaria, la favola del quantitative easing, le banche centrali con le loro politiche espansive, che assecondano i mercati, che creano quella calda sensazione di un’improbabile ricchezza, che li sostengono ogni qualvolta la favola riposa, ogni qualvolta la favola volge al termine, come una stufa di rame luccicante nella quale bruciare tutte le naturali recessioni, allontanandone la realtà rifugiandosi in un mondo virtuale, dove assistere inerti e impotenti al più colossale trasferimento di ricchezza della storia.
Avvicinò i suoi piedini al fuoco… ma la fiamma si spense e la stufa scomparve.
La bambina accese un secondo fiammifero: questa volta la luce fu così intensa che poté immaginare nella casa vicina una tavola ricoperta da una bianca tovaglia piena di dollari, freschi di stampa, sulla quale erano ricamati salvataggi meravigliosi, graziosamente decorati.Un “Bernspan” ( Bernanke & Greenspan ) arrosto, le strizzò l’occhio e subito si diresse verso di lei.
La bambina le tese le mani… ma la visione scomparve quando si spense il fiammifero.
Giunse così la notte. “Ancora uno!” disse la bambina. Crac! Appena acceso, s’immaginò di essere vicina all’albero di Natale della ripresa, della crescita infinita, la visione di mille luci in fondo al tunnel! Mille candeline brillavano sui suoi rami, illuminando giocattoli meravigliosi. Volle afferrarli… il fiammifero si spense… le fiammelle sembrarono salire in cielo… ma in realtà erano stelle.
Una di loro cadde, tracciando una lunga scia nella notte…la fine di un’illusione, la nascita della Speranza.
La bambina pensò allora alla nonna, che amava tanto, ma che era morta. La vecchia nonna le aveva detto spesso: Quando cade una stella, c’ è un’anima che sale in cielo”. La bambina prese un’altro fiammifero e lo strofinò sul muro: nella luce le sembrò di vedere la nonna con un lungo grembiule sulla gonna e uno scialle frangiato sulle spalle. Le sorrise con dolcezza.
- Nonna! – gridò la bambina tendendole le braccia, – portami con te! So che quando il fiammifero si spegnerà anche tu sparirai come la stufa di rame, l’oca arrostita e il bell’albero di Natale.
La bambina allora accese rapidamente i fiammiferi di un’altra scatoletta, uno dopo l’altro, perché voleva continuare a vedere la nonna. I fiammiferi diffusero una luce più intensa di quella del giorno:
“Vieni!” disse la nonna, prendendo la bambina fra le braccia e volarono via insieme nel gran bagliore. Erano così leggere che arrivarono velocemente in Paradiso; là dove non fa freddo e non si soffre la fame! Al mattino del primo giorno dell’anno nuovo, i primi passanti scoprirono il corpicino senza vita della bambina. Pensarono che la piccola avesse voluto riscaldarsi con la debole fiamma dei fiammiferi le cui scatole erano per terra. Non potevano sapere che la nonna era venuta a cercarla per portarla in cielo con lei. Nessuno di loro era degno di conoscere un simile segreto! … ma nessuno poteva sapere le belle cose che lei aveva visto, né in quale chiarore era entrata con la sua vecchia nonna, nella gioia dell’Anno Nuovo!


Non ho idea di quante scatole di fiammiferi dispongono i menestrelli di questo sistema. Quello che è certo è che li stanno accendendo rapidamente, uno dopo l’altro, cercando di diffondere una luce sempre più intensa, una finta sensazione di benessere.

La fame, il freddo, la sete , la mancanza di amore, l’indifferenza che caratterizza la storia della nostra piccola fiammiferaia è spesso la fotografia della nostra vita, della nostra società. Possiamo cercare di fuggire nell’immaginazione di ogni piccolo fiammifero che accendiamo, che qualcuno ci accende, ma non possiamo fuggire dalla realtà, pena la morte della nostra Essenza.

Abbiamo bisogno della luce dei nostri valori, delle nostre tradizioni, una luce capace di illuminare i nostri sogni, le nostre emozioni.


Commuove questa favola, scritta dall'amico Andrea e che io vi ripropongo nella sua commozione, pulita, profonda che non deve far paura, da condividere, con figli e nipoti, senza alcuna vergogna, come le lacrime della nostra vita. Non dimentichiamo mai quella piccola bimba, la piccola fiammiferaia, li fuori da sola nel freddo glaciale dell’indifferenza, ad un passo dalle nostre case, calde e riscaldate, testimonianza della disperazione, degli ultimi, dei diseredati, degli affamati. In fondo siamo fortunati! Non dovremmo mai dimenticare il bimbo che è in Noi, la sua genuinità, la sua spontaneità, perché ogni anno ritorna ad annunciare la Luce, la Speranza, l’Alba di una nuova avventura.

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Un abbraccio, Buon Natale e Buon Anno a Voi e alle Vostre famiglie.

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MessaggioInviato: 23 Dic 2011 15:53:57    Oggetto: Adv






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